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Potenza, 08 aprile 2016


Malati cronici, in arrivo il Piano nazionale

Fra tagli e burocrazia, aumentano le difficoltà dei malati cronici. Il 35% dei familiari costretto a lasciare il lavoro

Dopo un anno e mezzo di lavoro, annuncia Paola Pisanti, della Direzione generale programmazione del Ministero della Salute, "il documento è pronto e attende la firma del ministro. Dopo di ché andrà in Conferenza delle Regioni per l'approvazione definitiva, che ci auguriamo arrivi nel giro di pochi mesi"

Riduzioni di assistenza domiciliare, difficoltà per veder riconosciuta la disabilità e problemi nel lavoro. Sono solo alcuni dei principali problemi che quattro italiani su dieci si trovano spesso ad affrontare. Tanti infatti sono coloro che convivono con almeno una malattia cronica. E i problemi riguardano anche chi di loro si prende cura, tanto che il 35% dei caregiver è costretto a rinunciare al proprio lavoro.

È quanto emerge dal XIV Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità presentato ieri a Roma da Cittadinanzattiva e basato sui dati di 38 associazioni di pazienti. Ipertensione, artrite, osteoporosi, bronchite cronica, diabete: secondo il rapporto 'La cronicità e l'arte di arrangiarsi', che cita dati Istat 2015, il 38,3% degli italiani riferisce di avere almeno una patologia cronica. "Numeri ampi ma non sorprendenti, tenuto conto che riguardano l'intera popolazione, compresi i grandi anziani e includono problemi come le allergie, che non sempre corrispondono a un cattivo stato di salute", sottolinea Angela Spinelli, direttore Centro Nazionale di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Certo è che "la cronicità rappresenta un problema da affrontare, perché sempre più diffuso e con costi crescenti". Così come crescenti sono le criticità, in parte legate ai tagli alla sanità: il 70% delle associazioni afferma che la riduzione del personale ha avuto effetti sulle liste di attesa; il 45,7% denuncia la riduzione delle ore di riabilitazione. Grandi lacune si registrano nell'assistenza domiciliare, inadeguata per più di una associazione su due. Lasciato sempre più solo il cittadino è costretto spesso a dilapidare i risparmi per curarsi: si spendono in media 20.000 euro l'anno per la badante, 5.000 per adattare l'abitazione alle esigenze dettate dalla disabilità, 10.000 per protesi e ausili non riconosciuti.

Altro capitolo dolente è quello del lavoro: 6 persone su 10 che accudiscono un malato cronico sono costrette a ridurre l'orario e il 62% dei lavoratori con disabilità cronica incontra ostacoli nel prendersi permessi di cura. Infine la quasi totalità delle associazioni denuncia difficoltà ad ottenere l'invalidità e l'indennità di accompagnamento. Accanto ai 'falsi' invalidi che godono di benefici senza averne titolo, infatti, ci sono migliaia di 'veri' invalidi costretti a una corsa a ostacoli per veder riconosciuti i propri diritti e alle prese con i tempi lunghi della burocrazia, denunciati dal 72% delle associazioni. "Nei fatti, sulle cronicità siamo in ritardo cronico", dichiara Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento delle Associazioni dei Malati Cronici.

"Stando alle scadenze fissate dal Patto per la Salute, da dicembre 2014 avremmo dovuto avere un Piano nazionale delle cronicità". Tuttavia a proposto del piano, è di oggi la notizia che il testo è stato ultimato. Dopo un anno e mezzo di lavoro, annuncia Paola Pisanti, della Direzione generale programmazione del Ministero della Salute, "il documento è pronto e attende la firma del ministro. Dopo di ché andrà in Conferenza delle Regioni per l'approvazione definitiva, che ci auguriamo arrivi nel giro di pochi mesi".

Fonte: DottNet, 7 aprile 2016



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